L’ultimo Shangri-la
Situato alle pendici meridionali della parte orientale della catena dell’Himalaya, il Bhutan è racchiuso tra due nazioni, la Cina, con la regione del Tibet, e l’India, con le regioni del Sikkim, Assam, Bengala e Arunachal Pradesh. Il piccolo stato, all’ombra delle alte montagne, conosciuto anche come il paese del Drago, deve il suo incredibile fascino all’aver conservato e favorito la natura invece dello sviluppo economico, oltre che alla sua spiritualità e cultura tradizionale buddista. Il Bhutan è l’unico paese al mondo dove la ricchezza si misura in felicità e non in denaro.
Necessario il visto d’ingresso.
Il visto per il Bhutan dal 2023 si può ottenere anche autonomamente, compilando il modulo online all’indirizzo: bhutan.travel/visa. È bene ricordare, però, che i turisti devono per forza affidarsi ad una agenzia, in quanto non è permesso visitare il paese in solitaria o in totale libertà.
Il visto viene rilasciato dietro il versamento di 100 USD al giorno per gli adulti e 50 USD per i minori dai 6 ai 12 anni, mentre, i bambini fino a 6 anni non sono tenuti al pagamento di tale tariffa. Viene inoltre richiesto il pagamento di 40 USD per l’emissione del visto d’ingresso, da effettuare tramite trasferimento bancario o tramite Agenzie di viaggio autorizzate. A seconda della durata del soggiorno, il governo bhutanese ha previsto una serie di riduzioni sulla quota.
L’italia non intrattiene rapporti diplomatici con il Bhutan pertanto l’Ambasciata di Italia non è presente nel paese. Per la territorialità è competente l’Ambasciata di Italia a Nuova Delhi. Nel caso di emergenze in loco, è possibile contattare le rappresentanze europee di Austria e Danimarca in Bhutan, che hanno il compito di assistere tutti i cittadini dell’UE in caso di emergenza:
AUSTRIAN COORDINATOR OFFICE FOR DEVELOPMENT COOPERATION
Tel: +975 2 324495
Mail: [email protected]
RAPPRESENTATION OFFICE OF DENMARK
Tel: +975 2 323331
Mail: [email protected]
Vaccinazioni obbligatorie: nessuna.
L’assistenza medica in Bhutan è buona ed è molto capillare; nella capitale Thimpu ci sono ospedali ottimi per ogni eventualità generica che possa accadere e il trattamento base negli ospedali è gratuito anche per i turisti. Per essere ben protetti in caso di necessità, è’ sempre consigliabile stipulare un’assicurazione di viaggio prima della partenza che copra anche l’eventuale rimpatrio, quando necessario.
Nel Paese sono presenti alcune malattie endemiche, contro le quali si consigliano, previo parere medico, le relative vaccinazioni. Queste sono: epatite “A” e “B”, infezioni tifoidee da acqua o cibo contaminati; rabbia (diffusa a causa degli animali randagi che circolano anche nei centri urbani); meningite meningococcica (in questo caso il rischio di contagio è basso per gli stranieri, tuttavia il decorso può essere rapido e spesso fatale. Si consiglia il vaccino a chi effettua trekking per un periodo superiore ad una settimana);
È importante ricordare che i viaggi in Bhutan possono portare ad altezze oltre i 2500 metri. Chi soffre in particolare di disturbi cardiocircolatori (cardiopatie, ipertensioni) o disturbi respiratori (bronchiti, asma, enfisema) è consigliato di consultare il proprio medico di fiducia prima di intraprendere un viaggio in Bhutan.
Consigliamo di portare con sé una piccola farmacia da viaggio e di stipulare un’assicurazione sanitaria che preveda, oltre alla copertura delle spese mediche, anche l’eventuale rimpatrio aereo sanitario o il trasferimento in altro paese. Vedi le condizioni della nostra polizza a questo link.
Ngultrum bhutanese (BTN). Attualmente 1 euro corrisponde a circa 90 ngultrum. Lo ngultrum bhutanese è suddiviso in 100 Chertum. Nel paese esistono monete da 1, 5, 10, 20, 25 e 50 Chertum ma sono di poco uso. Le banconote, invece, sono da 1, 5, 10, 20, 50, 100, 500 e 1.000 ngultrum. Da notare che la valuta bhutanese è fissata ad un rapporto di 1:1 con la rupia indiana. All’arrivo in aeroporto si possono cambiare indistintamente sia gli Euro che i Dollari USA ma consigliamo di cambiare solo piccole cifre in quanto, nonostante il tasso di cambio applicato sia praticamente uguale a quello delle banche, il viaggio è già tutto prepagato per cui le spese si riducono a piccoli acquisti, bevande, souvenir oppure prodotti artigianali.
All’ingresso del paese non ci sono particolari formalità valutarie ma bisogna ricordare che le autorità bhutanesi non accettano le banconote da 500 rupie indiane. Al momento del cambio è necessari conservare sempre la ricevuta, utile per poter ricambiare i soldi non spesi alla fine del viaggio in valuta convertibile. Lo ngultrum bhutanese infatti, non è convertibile all’estero.
Le carte di credito vengono accettate nel paese solo presso i più importanti esercizi commerciali, ma a volte quelle di istituti bancari minori potrebbero non essere accettate. Prima della partenza vi consigliamo di chiedere alla vostra banca se carte di credito e bancomat funzionano in Bhutan. In città gli sportelli bancomat disponibili 24/24 iniziano ad essere sempre più frequenti e potete prelevare direttamente in valuta locale. Nelle zone remote, invece, è molto difficile cambiare i soldi, per questo vi consigliamo di farlo in città.
+5 ore (+4 ora quando in Italia vige l’ora legale) rispetto all’Italia. In Bhutan la guida è a sinistra, si sorpassa a destra e, per guidare un auto, è necessaria la patente internazionale.. In Nepal è usato il sistema metrico decimale e l’energia elettrica è a 230V e 50 HZ come in Italia; le prese di corrente sono di tipo C, D e G ed è necessario viaggiare muniti di adattatore.
Nel Bhutan il clima è influenzato dall’altitudine: è subtropicale in pianura, e diventa progressivamente più fresco e poi freddo man mano che si sale sui pendii montuosi. Inoltre, è influenzato dal monsone estivo, che porta piogge e nuvolosità diffusa per quasi sei mesi all’anno, ma soprattutto da giugno a fine settembre. Nella sottilissima fascia meridionale, situata praticamente in pianura (da 200 a 450 metri di quota), , il clima è subtropicale con inverni miti e temperature che raramente scendono sotto lo zero la notte. La primavera, da marzo a maggio, è molto calda, soprattutto ad aprile e maggio, quando la temperatura può arrivare a 37/38 °C, inoltre, i temporali pomeridiani diventano gradualmente più frequenti. La stagione monsonica va da maggio a ottobre, con piogge abbondanti, talora torrenziali, esaltate dalla vicinanza con il rilievo. Questa è anche la zona più piovosa del paese.
Nelle zone collinari e montuose fino a 1.500 metri, il clima diventa progressivamente più mite, con inverni relativamente freddi e secchi, ed estati calde e piovose, che ricevono piogge monsoniche nel versante meridionale, mentre nelle valli interne le piogge estive, seppur presenti, diventano meno intense. Al di sopra dei 3.500 metri le temperature scendono considerevolmente e diminuiscono anche le piogge, il clima diventa di tipo alpino con inverni rigidi e temperature sotto lo zero ed estati miti. In queste zone i monsoni difficilmente raggiungono queste altitudini e, di conseguenza, anche i loro effetti sono praticamente nulli. I ghiacciai e i nevai iniziano a quote elevate, al di sopra dei 5.000 metri (la cima più elevata del Bhutan è il Gangkhar Puensum, alto 7.752 metri) I periodi migliori per visitare il Bhutan nella sua interezza e nella parte montuosa in particolare, sono le stagioni intermedie, e in particolare marzo e aprile, e da metà ottobre a metà novembre.
Delimitato tra la Cina e l’India, situato a sud della catena montuosa dell’Himalaya, il Bhutan, per via della sua posizione piuttosto isolata, è sempre stato ai margini della politica mondiale e anche oggi non molto è cambiato da questo punto di vista. Il suo territorio è completamente montuoso, ad eccezione di una piccola porzione nella zona meridionale al confine con l’India, a partire dalla quale iniziano subito i rilievi mano a mano che si procede verso nord e che culminano con il monte Gangkar Puensum (7.570 metri) e il monte Kula Kangri (7.538 metri), massime vette del Paese, entrambe sul confine con la Cina. Il Bhutan è solcato da vallate spesso molto profonde e generalmente con andamento nord-sud, Diversi sono i fiumi che nascono dalle montagne oppure più a nord, nel Tibet, e che in seguito oltrepassano il confine con l’India e si gettano nel fiume Brahmaputra; il fiume Manas, con i suoi 272 Km (nel tratto bhutanese)è il più lungo. ll clima presenta differenze anche marcate in base all’altitudine: è di tipo subtropicale nella stretta fascia meridionale, temperato nelle aree centrali di media montagna e subpolare alle altitudini maggiori, oltre i 3.500 metri, ed è di tipo monsonico, con abbondanti precipitazioni per quasi sei mesi all’anno, in particolare nel periodo umido estivo da giugno a settembre.
La popolazione del Bhutan si suddivide in tre principali gruppi etnici: gli Ngalop, circa il 20% del totale, che si trovano prevalentemente nel nord-est del paese e di cui ne fa parte anche la famiglia reale, gli Sharchop, circa il 30%, presenti nelle regioni centrali ed orientali e i Lotshampa, circa il 35% presenti nel sud del paese. A questi si aggiungono diversi gruppi tribali e minoranze. La religione più diffusa è il buddismo, praticata dal 75% della popolazione, e l’induismo, praticato dal 22%.
Come spesso accade nei paesi di montagna, in Bhutan la cucina è semplice, anche se nel Sud del paese la cucina, per via delle temperature più favorevoli, è più variegata nell’uso delle verdure. In generale, quella considerata come cucina bhutanese, si ispira molto alla cucina tibetana. Allo stesso tempo, la cucina bhutanese risulta essere poco variegata e si serve dei prodotti coltivati sull’Himalaya, come cipolle, pomodori, patate, grano saraceno e orzo , mentre le spezie maggiormente utilizzate sono il cardamomo, lo zenzero, il peperoncino, la curcuma,l’aglio e il cumino: lo tshoem è la variante locale del curry. I piatti variano a seconda della regione: mentre nella parte orientale tendono a essere più piccanti, nella parte occidentale sono più delicati e nella parte meridionale, in generale, più speziati e saporiti rispetto alle altre zone del Bhutan. Tra i piatti più rinomati possiamo annoverare il Gondomaru, la colazione bhutanese, ovvero un uovo strapazzato e cotto nel burro a cui si aggiunge il formaggio tradizionale Datshi e,a volte, anche riso e verdure. Il piatto più famoso della cucina locale, invece, è l’Ema Datshi, nel quale i peperoncini vengono cotti al vapore in una salsa al formaggio e serviti con il riso. Un altro delizioso piatto è il Phaksha Paa, un piatto di carne di maiale cotto con ravanelli e peperoncini piccanti, servito con l’onnipresente riso. I bhutanesi amano moltissimo il peperoncino che utilizzano praticamente in ogni pietanza e uno dei piatti più popolari è lo Jasha Maroo, uno stufato dove alla carne di pollo vengono aggiunti pomodori e peperoncini. Un piatto vegetariano che dimostra la versatilità nell’utilizzo degli ingredienti a disposizione è lo Shamu Datshi, che unisce funghi al formaggio e, ovviamente, al peperoncino. Molto diffusa e consumata è la carne di maiale ma anche di yak e sulla tavola sono spesso presenti i momo, fagottini ripieni verdure o di formaggio oppure, anche se più raramente, di carne macinata.
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