Angkor è il sito archeologico più importante della Cambogia ma anche uno dei più interessanti da visitare nonché una delle mète più ambite in tutto il mondo.
All’epoca, dal momento della sua fondazione fino alla sua decadenza, la capitale dell’impero Khmer era nota con il nome di Yaśodharapura; il sito che la ospitava è oggi universalmente noto come Angkor, ma si tratta di un termine entrato in uso quando oramai la città era pressoché disabitata e già decaduta, come testimoniato da iscrizioni su pietra che ancora agli inizi del XIV secolo citano la capitale col nome originario.
Angkor è stata la capitale dalla quale una dinastia di re Khmer ha governato uno dei regni più grandi, più prosperi e più sofisticati della storia del sud-est asiatico, su un territorio che si estendeva dalla punta della penisola indocinese verso nord fino ai confini dell’odierna Cina, e dal Vietnam verso ovest verso il Golfo del Bengala.
Data classica di fondazione dell’Impero Khmer è considerata l’anno 802 quando Jayavarman II, impegnato in un’opera di riunificazione dei regni Chenla (ovvero dei territori dell’attuale Cambogia) tramite conquiste militari, matrimoni e vassallaggi, si proclamò sovrano universale a Mahendraparvata, l’attuale Phnom Kulen, il monte più sacro della Cambogia, distante circa 40 km dalla moderna città di Siem Reap.
Secondo l’interpretazione prevalente di una stele risalente al 1052 e rinvenuta a Sdok Kak Thom (ora al confine con la Thailandia), Jayavarman II sarebbe giunto da Giava inizialmente per prendere posto sul trono dei Khmer come vassallo della stessa Giava intorno all’800 d.C. Sotto la sua abile guida, dopo l’unificazione dei principati del Chenla di Terra e Chenla del Mare, avrebbe dichiarato l’indipendenza da Giava nell’802 denominando il nuovo regno come Kambuja.
Angkor fu fondata nell’889 durante il regno del re Yashovarman I e diventò la nuova capitale dell’impero, un centro per l’amministrazione e per il culto di un monarca divino. La città fin dall’inizio fu progettata e costruita sulla base di concezioni religiose e politiche importate dall’India e adattate alle tradizioni locali. Dai tempi di Yashovarman I, che inizialmente chiamò la città Yashodharapura, Angkor fu concepita come un universo simbolico, strutturato secondo il modello fornito dalla cosmologia tradizionale indù: la città, infatti, era orientata attorno a una montagna centrale o tempio piramidale (simbolico del Monte Meru, dimora degli dei). In modo simile, la struttura centrale di ogni tempio rifletteva la posizione del monte Meru.
Le costruzioni principali osservabili oggi sono circa un’ottantina, ma in totale nell’area vi sono centinaia di templi sia induisti che buddisti, per quanto di molti esistano solo tracce o rovine costituite da modeste pile di mattoni. Quelli più visitati sono stati ripuliti dalla vegetazione e il tempio più conosciuto è il famoso Angkor Wat, considerato il più vasto edificio religioso del mondo, la cui forma stilizzata compare anche nella bandiera cambogiana. I monumenti visibili hanno tutti carattere religioso perché gli edifici comuni, compresa la residenza reale, erano costruiti in materiali deperibili quali il legno, e ne sono sopravvissuti solo pochi resti.
Angkor è stata oggetto di ricerche eseguite con tecnologie moderne dalla metà degli anni novanta. Nel 1994 sono stati raccolti dati a mezzo radar per una mappatura ad alta risoluzione della regione tramite sofisticaTI macchinari trasportati dallo Space Shuttle Endeavour. Grazie all’aiuto della Nasa, si è potuto scoprire che l’antica città occupava una superficie di oltre 1.000 km quadrati, con una popolazione che, probabilmente, arrivava al milione di persone (il che ne fa la città più grande del Medioevo di tutto il mondo). I satelliti, dotati di radar capaci di scandagliare anche il sottosuolo, hanno rivelato, inotre, l’esistenza di ben altri 74 templi di cui si ignorava l’esistenza, oltre a 1.000 bacini d’acqua e 79 canali nascosti, a testimonianza che la città prosperò anche grazie a un’imponente rete idraulica.
La costruzione dell’edificio più iconico dell’intera città, ovvero l’Angkor Wat, il tempio più grande del mondo, avvenne intorno agli anni 1113-1150 d.C ad opera del re Suryavarman II, il quale declassó lo shivaismo (corrente dell’Induismo che riconosce Shiva come Dio supremo) per dedicare la sua costruzione a Vishnu, una delle tre principali divinità dell’Induismo, insieme a Shiva e Brahma.
Originariamente concepito come un tempio indù, fu gradualmente trasformato in un tempio buddista verso la fine del XII secoloe tale è rimasto fino ai nostri giorni. Angkor Wat si differenzia dagli altri templi di Angkor perché non è mai stato del tutto abbandonato, anche se dal XVI secolo cominciò a essere trascurato. Inoltre, il fossato esterno lo ha in un certo qual modo protetto dall’avanzare della giungla. Angkor Wat divenne popolare in Occidente solo alla metà del XIX secolo grazie al naturalista ed esploratore francese Henri Mouhot che, dopo averlo visitato, pubblicò le sue note di viaggio. Angkor Wat richiese un notevole lavoro di restauro durante il XX secolo, in particolare per la rimozione della terra e della vegetazione. I lavori furono interrotti durante la guerra civile e sotto il controllo dei Khmer rossi negli anni settanta e ottanta. Il sito fortunatamente subì relativamente pochi danni durante questo periodo, con l’eccezione dei furti.
Pur essendo l’Angkor Wat l’edificio più rappresentativo dell’intera città, l’area archeologica presenta molti altri templi davvero importanti, alcuni dei quali devono assolutamente essere inseriti nella lista dei monumenti da vedere. Tra i più interessanti possiamo ricordare:
Il tempio Bayon: fu costruito agli inizi del tredicesimo secolo come tempio di stato del re Jayavarman VII e si trova al centro di quella che era la sua capitale, ovvero Angkor Thom. La sua caratteristica distintiva è la moltitudine di visi sorridenti, scolpiti sulle quattro facce delle guglie a sezione quadrata che si elevano sempre di più man mano che ci si avvicina alla massiccia torre centrale. Ce ne sono ben 216, nessuno uguale all’altro: gli studiosi non sono concordi nello stabilire chi dovessero raffigurare. Da ammirare anche i gruppi di notevoli bassorilievi, che descrivono un’insolita combinazione di mitologia, storia e di vita mondana.
Il tempio Ta Prohm: fu costruito nello stile Bayon principalmente nel tardo dodicesimo e agli inizi del tredicesimo secolo. Situato approssimativamente ad un chilometro ad est di Angkor Thom, fu costruito dal re Jayavarman VII come monastero buddista e come università. Diversamente dalla maggior parte dei templi di Angkor, Ta Prohm è rimasto nelle stesse condizioni in cui è stato trovato; l’atmosfera creata dalla combinazione di alberi che crescono sulle rovine e la giungla circostante lo hanno reso uno dei templi più popolari di Angkor. Tra le curiosità che caratterizzano questo sito, c’è da ricordare che qui fu allestito uno dei set del film hollywoodiano “Lara Croft: Tomb Raider”, la cui uscita nel 2001 rese il Ta Prohm ancora più popolare in tutto il mondo.
Il tempio Baphoun: è un”tempio-montagna” a cinque livelli. dedicato al dio Shiva nel 1060. Da esso prende il nome lo stile Baphuon. Si estende in direzione est-ovest e la base della piramide, rettangolare anziché quadrata come nei templi-montagna precedenti, misura ben 132 per 107 metri. I cinque livelli hanno la stessa altezza, anche questa caratteristica inusuale nei templi khmer. Caratteristici sono anche i bassorilievi, scolpiti su mattonelle disposte una sull’altra sulle mura del tempio a guisa di piastrelle.
Il tempio Banteay Srei: è un tempio induista risalente al X secolo ed è dedicato al dio Shiva. Si trova a circa 35 km dall’area di Angkor, La maggior parte del tempio è costruito in arenaria rossa e le colonne e le pareti interne presentano un numero incredibile di accuratissime decorazioni ammirabili ancora oggi. Sopra gli architravi delle porte sono presenti diversi frontoni decorati con bassorilievi, per la prima volta nella storia dell’architettura Khmer. Oltre ai frontoni, tutte le pareti sia interne che esterne sono fittamente decorate con figure che rappresentano scene di mitologia e scene tratte da racconti popolari. Fu l’unico tempio a non essere edificato da un sovrano ma da un “comune mortale”, Yajnyavahara, consigliere del re Rajendravarman II e insegnante di suo figlio, il futuro re Jayavarman V. Un’ennesima peculiarità che rende il Banteay Srei una vera e propria gemma dell’architettura khmer.
Il tempio Preah Khan: è uno dei complessi architettonici più estesi di Angkor. Costruito verso la fine del XII secolo dal Re Jayavarman VII, sul luogo dove nel 1181 avvenne la vittoria dell’esercito sugli invasori Cham, è situato a nord est di Angkor Thom. Il disegno del complesso ha un solo livello, non presenta cioè i livelli sovrapposti caratteristici dei templi-montagna. La sua struttura presenta una serie di gallerie rettangolari concentriche, le quali circondano un santuario buddista, ma la disposizione è resa meno lineare, quasi caotica, dalla compresenza di edifici e templi induisti “satelliti” dello stesso periodo e da numerosi altri aggiunti in seguito. Come il vicino Ta Prohm, il tempio Preah Khan è rimasto in gran parte non restaurato e tra le rovine sono cresciuti alberi ed arbusti.
Il tempio Phnom Bakheng: è un tempio dedicato al culto del dio Shiva e assume la forma architettonica di “tempio-montagna”. Fu edificato durante il IX secolo dal re Yasovarman I e si trova sulla cima di una collina: questo lo rende una meta turistica molto interessante perché da quella postazione si può ammirare un tramonto particolarmente suggestivo e una visuale eccezionale del tempio di Angkor Wat.
La Terrazza degli elefanti:questo monumento si allunga per più di 300 metri, dall’entrata del tempio Baphuon alla Terrazza del Re lebbroso. Costituisce il lato ovest della grande Piazza Reale al centro di Angkor Thom, la capitale del sovrano Jayavarman VII, che la fece edificare nel tardo XII secolo. Il figlio Jayavarman VIII vi apportò ulteriori modifiche. La terrazza prende il nome con cui è attualmente conosciuta dalle numerosissime sculture di elefanti in parata che ne ornano il basamento, alto poco più di tre metri. Si suppone che lo scopo originario fosse per permettere al potente sovrano di osservare l’esercito riunito, per poter fare discorsi alla popolazione, ed è lecito pensare che essa venisse usata talvolta per manifestazioni religiose e importanti cerimonie presieduta dal re che ovviamente sedeva nel punto più alto.
La Terrazza del re lebbroso: questo monumento fu edificato dal re Jayavarman VII. Il nome terrazza del re lebbroso le venne dato nel XV secolo, dopo la scoperta di una statua raffigurante il dio induista della morte Yama. Le condizioni di questa statua, al momento del ritrovamento, ricordavano quelle di una persona affetta dalla lebbra. Tra l’altro lo stesso Re Jayavarman VII contrasse la lebbra, motivo per cui fece costruire moltissimi ospedali per il suo popolo, da cui fu molto amato. Secondo le interpretazioni degli studiosi, si pensa che in questo luogo venissero anche cremati i sovrani.
Dopo il regno del re Jayavarman VII (1181–1220), il potere e la vitalità del regno diminuirono gradualmente finché, dopo che gli eserciti di Ayutthaya catturarono e saccheggiarono Angkor nel 1431, la città fu parzialmente abbandonata. Nonostante questa decadenza e questa discesa nell’oblìo, oggi Angkor è più viva che mai ed è considerata una delle più straordinarie mète turistiche da vedere almeno una volta nella vita.
Di seguito il link ai nostri viaggi in Cambogia per scoprire le meraviglie di Angkor: