Diversi sono i paesi asiatici che sono stati attraversati dalle rotte della via della seta: quelli ad essere principalmente interessati dalle rotte terrestri in particolare, sono stati i paesi dell’Asia centrale, i cosiddetti “Stan” e quindi Turkmenistan, Kazakhstan, Tajikistan, Kyrgyzstan, Afghanistan, Pakistan e, soprattutto, Uzbekistan. Non si possono non citare, tra gli altri, la Mongolia, l’Iraq e l’Iran, i quali, per diversi motivi legati alle singole vicende storiche, sono stati cruciali per lo sviluppo delle rotte e dei commerci. Allo stesso modo, anche i paesi del Caucaso come Armenia, Georgia ed Azerbaijan sono stati influenzati da un “sotto-ramo” delle rotte terrestri che ha permesso loro di “partecipare” ed ottenere i benefici commerciali e culturali di questo percorso unico al mondo.
In questa sezione dell’articolo, vogliamo presentare brevemente alcuni di questi paesi, passare in rassegna gli aspetti più importanti della loro storia e alcune loro caratteristiche geografiche in quanto hanno fatto parte e sono tuttora le principali destinazioni di Territori Asia e sono stati presenti nella nostra offerta fin dall’inizio della nostra attività.
Uzbekistan
L’Uzbekistan si pone all’interno di quella macroregione definita come Asia centrale, confina a nord e a ovest con il Kazakhstan, a est con il Kirgyzstan e il Tajikistan, a sud con l’Afghanistan e il Turkmenistan. Si estende per circa 449.000 chilometri quadrati e ha una popolazione di circa 35.000.000 di abitanti. La zona centrale ed occidentale del paese è pianeggiante ed è occupata dal deserto del Kyzylkum mentre, procedendo verso est, si incontrano le prime montagne delle catene montuose del Tien Shan e del Pamir, con vette che possono raggiungere e superare i 4000 metri. Scorrono all’interno del paese il Syrdarya e l’Amudarya, due fiumi che grande importanza hanno avuto nella rotta della via della Seta, costituendo una delle tratte più importanti di tipo fluviale lungo la direttrice est-ovest.
Nell’attuale Uzbekistan tra il 2200 e il 1700 a.C. si hanno notizie dell’esistenza di una civiltà molto avanzata per i tempi, la civiltà battriano-margiana o dell’Oxus, con uno stile di vita marcatamente urbano. Successivamente, intorno al VI-V secolo a.C. i principali popoli della zona sono stati i Sogdiani e i Battriani, i quali furono oggetto della conquista da parte del fondatore dell’impero persiano, ovvero Ciro il grande tra il 545 e il 540 a.C.
Conquistata da Alessandro Magno nel IV secolo a.C, che, con la sua impresa militare pose fine alla dinastia degli achemenidi, la zona dell’odierno Uzbekistan fu al centro delle suddivisioni dei vari generali del grande condottiero facendo parte dei regni greco-battriani. Tra il I e il II secolo d.C, il territorio del regno greco-battriano fu invaso da popolazioni nomadi provenienti dalla Cina, gli Yuezhi, i quali unificarono la regione creando il regno Kusana e ponendosi come stato-cuscinetto tra la Cina e l’impero dei Parti. Lo sviluppo della potenza della dinastia persiana dei Sasanidi comportò una marcata instabilità per il controllo della zona, dato che i kusani opposero una fiera resistenza rifiutando di cedere il territorio.
Tra il VII e l’VIII secolo la regione conobbe il dominio degli arabi, che affermarono con forza l’Islam tra i popoli dell’Asia centrale ma, allo stesso tempo, contribuirono alla crescita delle città quali Samarcanda, Tashkent e Bukhara. Il territorio passò poi ancora sotto i Sasanidi persiani e poi sotto il controllo dei turchi nel X secolo. Successivamente, nel XIII secolo entrò a far parte dell’impero mongolo, prima sotto Genghis Khan e poi sotto Tamerlano, periodo grazie al quale Samarcanda diverrà uno dei grandi centri della civiltà timuride e dell’Asia Centrale musulmana. A partire dal XVI secolo, il paese comincia a chiamarsi Uzbekistan e nella seconda metà del secolo la capitale viene spostata a Bukhara. Dal XVI secolo al XIX secolo tutta le regione fu al centro di diversi conflitti sia con i sovrani persiani che con la nascente potenza russa. È in questo periodo che emergono i khanati di Khiva e Bukhara, spesso in lotta tra di loro, e, in misura minore, del khanato di Kokand che hanno contraddistinto la storia del paese fino al XIX secolo. L’impero russo, in questo periodo, cominciò la sua espansione nell’Asia centrale e i khanati diventarono vassalli della corona zarista.
Dopo la rivoluzione bolscevica del 1917, e in seguito a complesse vicende, l’Uzbekistan entrò a far parte dell’Unione Sovietica ma fu solo nel 1924 che le diverse entità territoriali sono state raggruppate nella repubblica socialista dell’Uzbekistan. Con la dissoluzione dell’Unione Sovietica, nel 1991 anche l’Uzbekistan dichiarò la propria indipendenza seppur con una certa riluttanza, se paragonato alla repubbliche baltiche, a causa di un deciso processo di russificazione messo in atto dalla nomenclatura sovietica nel corso dei decenni.
Un viaggio in Uzbekistan è il modo migliore per ripercorrere i luoghi lungo la Via della Seta. Infatti, la maggior parte degli scambi commerciali di questa rotta avvenivano nell’area dell’odierno Uzbekistan in particolare tra Bukhara, Samarcanda, Khiva e Kokand.
Samarcanda è senza dubbio la città che più di tutte evoca il fascino della via della seta. È stata uno dei punti focali della via in quanto crocevia delle strade che, intersecandosi, conducevano verso la Cina, verso l’India e verso la Persia. Pur essendo stata spazzata via da Gengis Khan durante la creazione dell’impero mongolo, ebbe nuovo vigore grazie a Tamerlano che ne fece la capitale del suo regno rendendola il centro culturale ed economico dell’Asia centrale. In un viaggio in Uzbekistan, non si può fare a meno di visitare Samarcanda, con la sua splendida piazza Registan, la moschea di Bibi-Khanym, la necropoli di Shah-I-Zinda solo per citare i monumenti più famosi, per avere un’idea di quello che ha rappresentato questa città.
Analogamente, Bukhara è considerata la città più sacra dell’Asia centrale dove madrasse e minareti sono i protagonisti indiscussi. Da non perdere la piazza Lyabi-Hauz, il minareto Kalon, la madrassa di Ulughbek, sempre per nominare i luoghi più rinomati, accanto ai quali non può mancare una visita ai bazar coperti.
Khiva, invece, fin dall’VIII secolo è stata una stazione commerciale su un ramo secondario della via della seta ma, dopo il declino della via stessa, rimase al centro di un fiorente mercato di schiavi che si protrasse fino al XVIII secolo. Oggi, entrare nel centro storico, la Ichan Qala (la città vecchia), è come entrare in un vero e proprio museo all’aperto e fare un salto indietro nel tempo. Da non perdere la Kuhna-Ark, il minareto Kalta Minor, la moschea Juma, la madrassa di Allakuli Khan.
Kokand invece è considerata la porta di ingresso della fertile valle di Fergana, punto di sosta dei viaggiatori e dei commercianti lungo la via della seta. Era un centro religioso secondo solo a Bukhara e fu la capitale del khanato omonimo ma, essendo al centro della valle, la sua importanza era soprattutto di tipo strategico. In una visita non può mancare il palazzo del Khan, la madrassa di Narbutabey e la moschea.
Di seguito il link ai nostri viaggi in Uzbekistan.
IV parte – continua