In questa sezione dell’articolo, continuiamo con la breve presentazione di alcuni paesi che sorgevano lungo le rotte della via della Seta, passando in rassegna gli aspetti più importanti della loro storia e alcune loro caratteristiche geografiche poiché essi hanno fatto parte e sono tuttora le principali destinazioni di Territori Asia e sono stati presenti nella nostra offerta fin dall’inizio della nostra attività.
Tajikistan
Il Tajikistan è lo Stato meno esteso dell’Asia centrale ma anche quello che ha l’altezza media maggiore. Confina a sud con l’Afghanistan, ad est con la Cina, a nord con il Kirghizistan e l’Uzbekistan e ad ovest ancora con l’Uzbekistan. Si estende per poco più di 141.000 chilometri quadrati e ha un popolazione di circa 9.500.000 abitanti. Il territorio è per oltre il 90% montuoso e diverse sono le vette che superano i 5000 metri e ben tre anche i 7000 metri. All’interno del paese scorrono sia il Syrdarya che l’Amurdarya, fiumi che hanno dato grande impulso allo sviluppo dell reti fluviali della rotta della via della seta. A differenza dei suoi vicini, nel territorio sono presenti centinaia di ghiacciai, così come i laghi che sono piuttosto numerosi.
Abitato anticamente dalle genti della Sogdiana, fece parte dei regni greco-battriani fondati a seguito dell’impresa orientale di Alessandro Magno e successivamente si trovò a formare il confine orientale prima del regno dei Parti e poi dell’Impero sasanide. Dopo il crollo dell’Impero sasanide, sconfitto dalle forze arabe intorno al 650 d.C., entrò a far parte del califfato musulmano, divenendo una delle sue province orientali. Con il disgregarsi progressivo del potere dei califfi abbasidi a partire dalla seconda metà del IX secolo, i territori orientali conobbero un lento ma inesorabile processo di distacco e di autonomia.
Il territorio fu sottoposto nei secoli successivi alle continue invasioni di tribù turche che imposero ben presto proprie dinastie. Successivamente il territorio fu conquistato dai Mongoli durante la grande espansione dell’impero iniziata con Gengis Khan, per poi entrare nell’orbita del khanato di Bukhara intorno al XVI sec. Nella seconda metà del XIX secolo l’attuale territorio del Tajikistan entrò a far parte dell’Impero russo e, da provincia dell’Impero russo, il Tajikistan venne a formare una delle repubbliche socialiste sovietiche in seguito alla rivoluzione russa del 1917.
Il Tajikistan mantenne comunque sempre una vocazione islamica che, nel periodo sovietico, alimentò forme di resistenza culturale anche attraverso la fitta rete di confraternite legate al sufismo. Alla caduta dell’URSS nel 1991 il Tajikistan conseguì l’indipendenza; tuttavia questo traguardo coincise con lo scoppio di una guerra civile, a seguito dell’aspra opposizione fra il partito islamico e quello democratico, conflitto scivolato progressivamente in una pulizia etnica che causò decine di migliaia di morti e costrinse circa un milione di tagiki a espatriare. Nel 1997 furono firmati dei trattati di pace fra il presidente democratico Rahmonov e i capi dell’opposizione islamica; i ribelli furono confinati in Afghanistan, ma in diversi momenti successivi ai trattati di pace, essi hanno continuato ad alimentare conflitti e ribellioni.
Pur essendo il più piccolo degli Stan dell’Asia centrale, il Tajikistan si trovava comunque sulla rotta della via della seta, in particolare lungo la tratta che dalla valle di Fergana si dirigeva verso Samarcanda. L’odierna Khujand, fondata da Alessandro Magno con il nome di Alessandria Eschate come avamposto più orientale del suo impero, è la seconda città del paese, dopo la capitale Dushanbe, e deve la sua importanza alla sua posizione favorevole lungo la strada dalla valle di Fergana, dalla quale imponeva il controllo e il pagamento delle tasse a tutti coloro che vi transitavano. L’antica Khujand fu distrutta dai mongoli durante la loro avanzata verso ovest nella creazione dell’impero ed oggi è possibile visitare solo le rovine della cittadella dove si ritiene sia stato creato il primo insediamento di Alessandro Magno.
Penjikent è un’altra cittadina che si trova a poca distanza dal confine con l’Uzbekistan e a meno di 100 chilometri da Samarcanda. Era forse la città più cosmopolita del Tajikistan lungo la rotta della via della seta ed un importante centro commerciale. I resti dell’antica Penjikent presentano tracce delle fondamenta delle case, dei templi zoroastriani e del bazar oltre che dell’immancabile cittadella.
Istaravshan è una cittadina che si trova quasi a metà strada tra Khujand e Penjikent ed è probabilmente la città che ha il centro storico meglio conservato dell’intero paese: le sue moschee, le sue madrasse e i suoi mausolei ricordano Samarcanda anche se in scala minore. Interessante è la città vecchia con i suoi vicoli caratteristici; da vedere è sicuramente la moschea di Hazrat-I-Shah, la madrassa di Abdullatif Sultan e il Mug Teppe, ovvero la cittadella di origine sogdiana conquistata da Alessandro Magno.
In una visita al Tajikistan si potranno apprezzare maggiormente i panorami montani tra i quali spicca la catena del Pamir, considerato dai tagiki come il “Tetto del mondo” e, di certo, il fiore all’occhiello del paese. E’ facile immaginare, percorrendo le rotte e le strade in mezzo alle maestose montagne, quali difficoltà dovevano affrontare le carovane lungo la rotta della via della Seta e quale impresa era trasportare questi beni. Per gli amanti dell’avventura, inoltre, non dovrebbe mancare, nel proprio itinerario, di percorrere la strada del Pamir, una strada costruita dagli ingegneri sovietici negli anni ’30 per facilitare il trasporto di truppe ed approvvigionamenti in questo avamposto remoto dell’allora Unione Sovietica. È la seconda strada più alta del mondo dopo quella del Karakorum e attraversa l’altopiano lungo paesaggi mozzafiato.
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