Il nostro viaggio sta per giungere al termine… ma le scoperte e le emozioni che ci regala non finiscono davvero mai.. Anche oggi faremo una breve presentazione passando in rassegna gli aspetti più importanti della storia e alcune caratteristiche geografiche di un nuovo paese, ricordando che anche l’Armenia ha fatto parte ed è tuttora tra le principali destinazioni di Territori Asia oltre ad essere stato presenti nella nostra offerta fin dall’inizio della nostra attività.
Armenia
L’Armenia è uno stato della regione del Caucaso che confina a nord con la Georgia, a est con l’Azerbaijan, a sud con l’Iran e con l’enclave azera del Nakhchivan e ad ovest con la Turchia. Si estende per circa 30.000 chilometri quadrati e ha una popolazione di circa 3.000.000 di abitanti. Il territorio è prevalentemente montuoso, alternato a vallate e ad altipiani, dove la montagna più alta, il monte Aragats, a poche decine di chilometri dalla capitale Yerevan, supera i 4.000 metri. All’interno del paese si trova anche un lago di notevoli dimensioni, il lago Sevan, situato a circa 2.000 metri di altezza, che, oltre ad essere una importante fonte di approvvigionamento di acqua dolce, regala anche paesaggi molto interessanti.
La prima testimonianza di un regno di un certo spessore fu il primo impero armeno che fiorì tra l’800 a.C e il 600 a.C, con un territorio che si estendeva dal mar Nero al mar Mediterraneo. Tale regno fu sconfitto nel 66 a.C dai romani guidati da Pompeo e, da quel momento, la zona dell’odierna Armenia fu contesa come zona di confine inizialmente tra i romani e i parti e, successivamente, tra bizantini e sasanidi.
Nel 301 l’Armenia fu il primo stato al mondo ad adottare il Cristianesimo come religione di Stato, precedendo così di alcuni decenni anche l’Impero romano, dove furono proprio missionari armeni a recarvisi e a diffondere la nuova religione.
Con Gregorio Illuminatore fu istituita la Chiesa Apostolica Armena, che si separò dalle altre chiese cristiane dopo il Concilio di Calcidonia del 451. Se dal lato religioso, l’Armenia poteva dirsi evoluta anche grazie alla nuova chiesa, dal lato politico lo stato armeno fu soggetto invece a continue occupazioni da parte, non solo dei romani, ma anche delle popolazioni confinanti quali i parti, gli arabi e i persiani.
Nell’884 i principi armeni si ripresero la loro indipendenza, che difesero fino al 1045, quando furono nuovamente sottomessi da Bisanzio. In questo periodo l’Armenia visse un rinascimento culturale, politico ed economico con la fondazione di una nuova capitale, Ani. In questo periodo l’Armenia divenne una popolosa e prosperosa nazione che ebbe influenza politica sulle nazioni vicine.
Nel 1071, dopo la sconfitta di Bisanzio da parte dei Turchi Selgiuchidi, migliaia di famiglie cristiane, lasciarono l’Armenia e si insediarono nelle terre straniere, come la Cilicia. Dal 1080 al 1375, il centro politico della nazione armena si spostò verso sud, con la denominazione di Regno Armeno di Cilicia, ed ebbe stretti legami con gli Stati crociati in funzione anti bizantina e anti-islamica.
Nel 1454, un anno dopo la conquista di Costantinopoli da parte di Maometto II, l’impero ottomano e la Persia dominata dai Safavidi si spartirono la regione. La dominazione ottomana si protrasse per secoli fino al XIX secolo, quando, a seguito delle guerre russo-turche, terminate nel 1829, l’impero ottomano dovette cedere una parte del territorio armeno all’impero russo.
Gli armeni rimasti sotto il dominio ottomano, però, videro la loro situazione peggiorare e questo comportò una serie di di ribellioni all’interno di diverse province, fomentate anche dall’impero russo, il quale, si proclamò difensore e paladino della popolazione armena, cercando di sfruttare il malcontento per indebolire internamente l’impero ottomano. I tumulti sfociarono in una reazione violentissima da parte del sultano Hamid, con una violenta repressione passata alla storia con il nome di massacri hamidiani. Tra il 1894 e il 1897 si stima che centinaia di migliaia di armeni furono uccisi in tutto il territorio. La repressione continuò nel corso degli anni, tanto che nel 1915 proprio per sfuggire a queste persecuzioni, gli armeni furono costretti alla emigrazione di massa per sopravvivere.
Gli armeni rimasti, soprattutto nella regione dell’Anatolia orientale furono letteralmente spazzati via, tanto che si parla di un vero e proprio genocidio armeno. Lo scoppio della prima guerra mondiale fu il pretesto ufficiale dell’impero ottomano per poter procedere allo sterminio in quanto, a detta del sultano, gli armeni erano alleati dei russi. Nel frattempo, la rivoluzione russa del 1917 e la conseguente ascesa al potere dei bolscevichi, fece si che i territori ceduti dall’impero ottomano si staccassero dalla Russia e proclamassero un proprio consiglio nazionale. Tuttavia, la firma del patto russo-ottomano del 1918 diede modo a questi ultimi di combattere contro gli armeni, con l’accusa di avere commesso crimini di guerra contro le popolazioni turche. Nel 1920 il generale Kemal rovesciò il sultanato ottomano con la proclamazione della repubblica e proseguì la guerra turco-armena giungendo alla vittoria e annettendo diversi territori che erano stati riconosciuti dal trattato di Sevres a tutela della nuova repubblica armena.
Non appena la guerra turco-armena giunse alla conclusione, l’Unione Sovietica invase e si impadronì di quello che restava della repubblica armena , creando la nuova repubblica socialista trans caucasica che comprendeva anche la Georgia e l’Azerbaijan. All’interno della repubblica, tuttavia, i rapporti con l’Azerbaijan furono sempre tesi a causa del contenzioso sulla regione del Nagorno Karabakh, un territorio a maggioranza armena assegnato però all’Azerbaijan da Stalin. Al momento della dissoluzione dell’Unione Sovietica e della proclamazione dell’indipendenza delle repubbliche caucasiche nel 1991, il conflitto tra Armenia e Azerbaijan sfociò in una vera e propria guerra, terminata nel 1994. Purtroppo le tensioni con il vicino Azerbaijan ciclicamente si sono fatte sentire e anche nel 2020 le tensioni sono sfociate in vere e proprie azioni di guerra.
Diversi percorsi che si diramavano dalla leggendaria Via della Seta attraversavano il Regno Armeno e costituivano importanti vie di collegamento per il commercio e gli scambi con l’Asia e il Medio Oriente. I mercanti e le carovane che percorrevano incessantemente queste vie facevano sosta nei numerosi caravanserragli sorti lungo la strada e portavano merci e notizie di posti lontani ed esotici.
Il Caravanserraglio di Selim, costruito nel 1332, su un tratto della Via della Seta che collegava l’Iran all’Europa attraverso la città armena di Goris, è quello meglio conservato di tutta l’Armenia. È situato sul passo di Selim, a 2400 m s.l.m., e offre una vista spettacolare sulle montagne circostanti.
Goris è ancora oggi un importante snodo tra la capitale Yerevan, Stepanakert nell’Artsakh, e il confine con l’Iran ma è anche una piacevole cittadina con case di pietra e balconi che si affacciano su viali alberati. Sicuramente da visitare sono i dintorni con il villaggio di Khndzoresk e, soprattutto, Tatev con il suo monastero situato in una posizione fantastica ai margini della Gola del Vorotan.
Altra importante testimonianza della Via della Seta è la Fortezza di Amberd, la quale serviva invece a controllare un altro importante tratto della rotta situato più a nord, che conduceva all’antica capitale armena Ani, una città nel suo periodo di massimo splendore contava oltre 100.000 abitanti e gareggiava con Costantinopoli quanto a ricchezza e bellezza.
Di pari passo con le merci, lungo la via della Seta viaggiavano anche beni immateriali quali idee, filosofie, religioni. Anche in questo caso, il contributo dell’Armenia è stato decisamente importante in quanto essa è stata la prima nazione ad adottare il Cristianesimo come religione di Stato e molti tra i primi predicatori furono proprio di origine armena. Per questo motivo, qualunque visita al paese inevitabilmente comporta anche delle visite ai monasteri.
E’ difficile poter indicare solo alcuni dei monasteri, dato che ognuno di essi ha una lunghissima e ricchissima storia da raccontare; tra i più famosi ed importanti citiamo il monastero di Khor Virap, uno dei luoghi di pellegrinaggio più importanti per gli armeni, situato in una suggestiva posizione ai piedi del monte Ararat. Da non perdere è sicuramente il complesso di Noravank, definito come un vero e proprio capolavoro sia per la sua architettura che la sua straordinaria posizione all’interno di una valle.
Di seguito il link ai nostri viaggi in Armenia
XII parte – continua