La via della Seta prosegue e continua a sorprenderci.. oggi continueremo con una breve presentazione di alcuni degli stati che sorgevano lungo le rotte, passando in rassegna gli aspetti più importanti della loro storia e alcune loro caratteristiche geografiche poiché essi hanno fatto parte e sono tuttora le principali destinazioni di Territori Asia e sono stati presenti nella nostra offerta fin dall’inizio della nostra attività.
Iran
L’Iran confina a nord con il Turkmenistan, l’Armenia e l’Azerbaijan oltre ad avere una parte delle coste del mar Caspio, a ovest con la Turchia e l’Iraq, a sud è bagnata dal golfo persico e dal golfo dell’Oman mentre ad est confina con l’Afghanistan e il Pakistan. Si estende per circa 1.650.000 chilometri quadrati risultando il diciottesimo paese al mondo per estensione, e ha una popolazione di circa 85.000.000 di abitanti. Il territorio è piuttosto montuoso tanto che l’altezza media del paese è di ben 1200 metri e ci sono diverse catene montuose nelle aree settentrionali ed occidentali con numerose vette che superano i 4000 metri; la vetta più alta, il Damavand, supera i 5600 metri. Sono presenti anche zone desertiche, soprattutto nei pressi del confine meridionale con l’Iraq.
I primi reperti archeologici dell’Iran, dimostrano la presenza di insediamenti umani già dal periodo del Paleolitico inferiore. Le prime comunità agricole invece cominciarono a stabilirsi in Iran attorno all’8000 a.C., mentre la nascita di una delle prime città persiane, Susa, è stata fissata attorno al 4395 a.C. Durante l’era del bronzo, l’Iran è stata la patria di diverse civilizzazioni, la più importante delle quali fu quella dell’Elam, influenzata dalle civiltà mesopotamiche. Il regno elamico proseguì la sua esistenza fino all’emergere della civiltà dei Medi e dell’Impero achemenide.
Con l’insediamento di popoli provenienti dalle steppe euroasiatiche, la regione fu dominata da tribù persiane, dei Parti e dei Medi. Dal X al VII secolo a.C. tali popolazioni iraniche divennero parte dell’Impero assiro, situato nella Mesopotamia settentrionale. I Medi e i Persiani si allearono con gli Sciti e attaccarono l’Impero assiro. Da ciò scaturì una guerra che determinò la liberazione di vari popoli sottomessi all’Impero assiro. L’unificazione dei Medi sotto un unico capo politico nel 728 a.C. portò alla creazione dell’Impero medo. Nel 550 a.C. Ciro il Grande liberò i persiani dal dominio dell’Impero medo e fondò l’Impero achemenide dopo aver unificato altre città-Stato nella regione.
Le successive conquiste di Ciro e dei suoi successori portarono all’annessione al nuovo Impero persiano di nuove regioni e province, ma questa espansione a ovest causò lo scontro diretto tra le varie città-Stato greche e l’impero persiano, dando avvio a quelle che sono state definite le guerre persiane. Lo scontro si sviluppò in più occasioni durante la prima metà del V secolo a.C. e si concluse con la ritirata della Persia dai territori greci annessi nella prima parte della guerra.
Nel 334 a.C. Alessandro il Grande invase l’Impero achemenide, sconfiggendo l’ultimo re Dario III nella battaglia di Isso. Dopo la morte di Alessandro, la Persia cadde sotto il controllo dei regni ellenistici. Nel II secolo a.C. la Partia divenne la potenza principale nella regione, riprendendo il controllo dei territori iranici occupati dai regni ellenistici e ricreando il precedente Impero persiano sotto l’Impero partico, tuttavia senza alcuna nuova espansione territoriale. L’Impero partico durò fino al 224 d.C., quando gli succedette l’Impero sasanide.
Buona parte del periodo sotto l’Impero partico e l’Impero sasanide fu segnata dalle guerre romano-persiane, le quali avvennero sui confini occidentali e durarono, pur se con diverse interruzioni, circa settecento anni. Le guerre portarono all’indebolimento economico, militare e politico dell’Impero sasanide e dell’Impero bizantino, provocando successivamente la fine del primo con conseguenti estese perdite territoriale per mano delle armate arabe e con la conquista islamica della Persia nel VII secolo.
Successivamente al declino dell’Impero timuride (1370–1506) la Persia si ritrovò politicamente divisa, dando quindi via alla nascita di numerosi movimenti religiosi, fra i quali numerosi appartenenti al ramo sciita dell’Islam. Tali eventi portarono alla nascita della dinastia Safavide, una delle più importanti dinastie dell’Iran, spesso considerata come quella che ha fatto entrare la Persia nell’età moderna. I Safavidi furono a capo di uno dei più importanti Imperi persiani dopo la conquista islamica della Persia e imposero la variante sciita dell’Islam come religione ufficiale dell’impero, segnando un importante evento nella storia non solo del paese ma dell’Islam stesso.
L’Iran contemporaneo ha ereditato dalla Persia dell’epoca safavide (1501–1722) il modello istituzionale monarchico, religioso e tribale. La dinastia dei Cagiari, che governò la Persia dopo i Safavidi e fino al 1925, ripropose la condizione di un regime assolutista, ma debolmente accentrato e costretto a confrontarsi con potenti forze tribali provinciali e con un apparato religioso sempre più indipendente.
Nel XIX secolo la Persia divenne teatro della rivalità tra l’Impero britannico e l’Impero russo, le quali potenze nel 1907 si accordarono per spartirsi il Paese in zone d’influenza. Durante la prima guerra mondiale la Persia, benché formalmente neutrale, divenne terreno di scontro tra russi, britannici e turchi ottomani. Alla fine del conflitto il crollo degli imperi ottomano e zarista lasciò il Regno Unito quale unica potenza nella regione, ma il tentativo di stabilire un formale protettorato (1919) fallì per l’opposizione della popolazione e del clero sciita e per l’influenza bolscevica dal nord.
Nel 1921 Reza Khan, comandante della brigata cosacca, marciò su Teheran e, nel 1925, depose i Cagiari diventando egli stesso scià con il nome di Reza Pahlavi. L’epoca dei Pahlavi, compresa tra il 1925 e il 1979, costituì praticamente una ripetizione della storia precedente: i tentativi di centralizzazione e modernizzazione provocarono una resistenza nazionale, guidata dal clero in nome dell’Islam.
Nel 1941 l’Unione Sovietica e il Regno Unito, preoccupati di tenere aperte la via di rifornimento al petrolio persiano, invasero il Paese. Nel 1943 si tenne la conferenza di Teheran, il primo vertice interalleato tra Roosevelt, Churchill e Stalin. Gli anni dal 1946 al 1953 videro gli Stati Uniti sostituirsi gradualmente agli inglesi nel sostegno alla ricostruzione e gestione del Paese.
Il colpo di Stato del 1953 pose fine alla lotta per il potere e ricreò un regime accentrato e autoritario basato sull’appoggio straniero e favorevole alla modernizzazione economica e sociale. Nel corso del 1978, mentre a Teheran si susseguivano le manifestazioni di protesta e gli scioperi, a Parigi tutti i gruppi di opposizione si unirono in un comitato rivoluzionario guidato dall’Ayatollah Khomeyni. Dopo aver tentato la repressione, lo scià provò la carta del dialogo, ma era ormai troppo tardi e l’ondata di proteste divenne un movimento rivoluzionario.
Nel mese di gennaio lo scià fuggì all’estero e il 1º febbraio l’imam Khomeyni tornò dall’esilio in Francia accolto in trionfo dalla folla: la vittoria della rivoluzione portò alla costituzione in Iran di un governo islamico. Fin dal principio la repubblica islamica fu caratterizzata da un intrinseco dualismo tra potere religioso e istituzioni statali. L’episodio che segnò questa radicalizzazione islamica della rivoluzione è la presa dell’ambasciata statunitense di Teheran nel novembre 1979 da parte di un gruppo di studenti, con la successiva crisi degli ostaggi.
Dopo la guerra con l’Iraq e la morte di Khomeyni, l’Iran ha iniziato una campagna riformista che molto spesso si è scontrata con il clero conservatore. Si sono compiuti sforzi per riavvicinare il paese all’occidente, in particolare verso l’Unione Europea ma gli ultimi due decenni sono stati caratterizzati dai rapporti molto tesi con gli USA, specialmente a causa del programma nucleare iraniano: queste tensioni purtroppo ancora oggi, ad intervalli, comportano tensioni diplomatiche con gli Stati Uniti.
L’Iran è uno dei paesi che non possono mancare all’appello in un viaggio lungo la via della Seta e diversi sono stati i luoghi importanti per i commercianti all’interno del paese tanto che è veramente difficile poter sintetizzare in poche parole l’importanza della rotta e poter scegliere solo alcuni dei luoghi più rappresentativi.
Persepoli è una delle meraviglie del mondo antico ed era la capitale del regno di Persia, voluta e costruita da Dario il grande; era importante già ai tempi della via reale persiana come uno dei punti di partenza della via ma soprattutto come dimostrazione della potenza dell’impero. Fu distrutta dall’esercito di Alessandro Magno ma, nonostante questo, gli scavi hanno restituito le tracce dell’antico splendore della città. Una visita all’area archeologica deve sicuramente includere la porta di Serse, la grande scalinata, il palazzo delle 100 colonne e il palazzo dell’apadana.
Tabriz grazie alla sua posizione geografica, è stata una città molto ambita da diversi principati ed imperi e il suo legame con la via della seta è particolarmente evidente per il suo bazar, dichiarato patrimonio dell’Unesco e nominato già da Marco Polo nel suo libro, un complesso che comprende circa 35 chilometri di passaggi coperti e oltre 7000 negozi. Da visitare anche la moschea Masjed-e Jameh e la moschea blu, parzialmente ricostruita dopo un devastante terremoto.
Mashhad è la seconda città dell’Iran per popolazione ma è la più importante dal punto di vista religioso. Si trovava lungo la rotta che dalla città di Merv, in Turkmenistan procedeva verso il Mar Caspio e, quindi, verso la Turchia e l’antica Bisanzio. È famosa per il santuario che commemora il martirio di Reza, imam dell’Islam sciita, l’Haram –e Razavi ma anche per la moschea di Haftado Han, risalente al XV secolo, e la moschea Goharshad.
Tutta la strada che da Mashhad porta alla capitale Teheran e che prosegue verso l’Iraq e Baghdad è poi, un susseguirsi di centri urbani e villaggi che si trovavano lungo la via della seta e che presentano ancora resti di caravanserragli a testimonianza della loro importanza lungo il tragitto. Centri come Kermanshah oppure Hamadan, conosciuta anche come Ecbatana, l’antica capitale del regno dei Medi, sono probabilmente i più conosciuti e rinomati lungo questa tratta.
Naturalmente non si può non citare Isfahan, la principale mèta turistica del paese, considerata alla stregua di un vero e proprio museo a cielo aperto. Una visita al centro storico, in particolare con la piazza Naqsh-e Jahan inserita a pieno titolo nella lista dei siti patrimonio dell’Unesco, la moschea Masjed-e Shah, la moschea Masjed-e Sheikh Loftollah, la moschea Masjed-e Jameh e il bazar Bozorg sicuramente rimarranno nella memoria di ogni viaggiatore.
Di seguito il link ai nostri viaggi in Iran.
X parte – continua